Il magistero parla del gusto in varie accezioni, non solo quella comunemente associata al gustare con l'organo fisico della lingua, ma anche e spesso in senso spirituale o figurato.
In data 16 giugno 2016 sono 1184 i documenti magisteriali che parlano di "gusto". (si veda al fondo per una casistica numerica più approfondita*1)
Partendo dalla grande occasione di rinnovamento che fu il Concilio Vaticano II, troviamo documenti che parlano del gusto riferendosi:
- al rapporto dei sacerdoti con i fedeli: "i presbiteri devono avere con tutti dei rapporti improntati alla più delicata bontà, seguendo l'esempio del Signore. E nel trattare gli uomini non devono regolarsi in base ai loro gusti (Gal 1,10) bensì in base alle esigenze della dottrina e della vita cristiana, istruendoli e anche ammonendoli come figli carissimi (1 Cor 4,14) "Presbyterorum ordinis P.to 6
- al rapporto tra fedeli e Sacra Scrittura nella S.Messa: "Nella celebrazione liturgica la sacra Scrittura ha una importanza estrema. Da essa infatti si attingono le letture che vengono poi spiegate nell'omelia e i salmi che si cantano; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preghiere, le orazioni e i carmi liturgici; da essa infine prendono significato le azioni e i simboli liturgici. Perciò, per promuovere la riforma, il progresso e l'adattamento della sacra liturgia, è necessario che venga favorito quel gusto saporoso e vivo della sacra Scrittura, che è attestato dalla venerabile tradizione dei riti sia orientali che occidentali." Sacrosanctum concilium P.to 24
- al rapporto tra il divino e il fedele o dei talenti personali "p.to15 (...)Col dono, poi, dello Spirito Santo, l'uomo può arrivare nella fede a contemplare e a gustare il mistero del piano divino. p.to 38 (...)Un pegno di questa speranza e un alimento per il cammino il Signore lo ha lasciato ai suoi in quel sacramento della fede nel quale degli elementi naturali coltivati dall'uomo vengono trasmutati nel Corpo e nel Sangue glorioso di lui, in un banchetto di comunione fraterna che è pregustazione del convito del cielo. p.to 57 I cristiani, in cammino verso la città celeste, devono ricercare e gustare le cose di lassù (Col 3, 1-2) questo tuttavia non diminuisce, anzi aumenta l'importanza del loro dovere di collaborare con tutti gli uomini per la costruzione di un mondo più umano. (...) Questi fatti deplorevoli ( le scienze vengono a torto innalzate a norma suprema di ricerca della verità totale) però non scaturiscono necessariamente dalla odierna cultura, né debbono indurci nella tentazione di non riconoscere i suoi valori positivi. Fra questi si annoverano: il gusto per le scienze e la rigorosa fedeltà al vero nella indagine scientifica(...)" Gaudium e spes
Numerose anche le Encicliche papali (21) che parlano del gusto:
- la più rilevante è certamente quella di Paolo VI Misterium Fidei che parlando dell'Eucarestia che cita S.Cirillo: «Istruito in queste cose e munito di robustissima fede, dice san Cirillo di Gerusalemme concludendo il discorso intorno ai misteri della Fede, per cui quello che sembra pane, pane non è, nonostante la sensazione del gusto, ma è il corpo di Cristo; e quel che sembra vino, vino non è, a dispetto del gusto, ma è il sangue di Cristo... tu corrobora il tuo cuore mangiando quel pane come qualcosa di spirituale e rallegra il volto della tua anima ». Paolo VI parla poi di "gusto per la pace" in Ecclesiam Suam
- Giovanni Paolo II, il papa della famiglia, nell'enciclica Centesimus Annus proprio pensando alla struttura famigliare denunciando la visione della "vita come un insieme di sensazioni da sperimentare anziché come un'opera da compiere. Di qui nasce una mancanza di libertà che fa rinunciare all'impegno di legarsi stabilmente con un'altra persona e di generare dei figli, oppure induce a considerare costoro come una delle tante «cose» che è possibile avere o non avere, secondo i propri gusti, e che entrano in concorrenza con altre possibilità." Al p.to18 della Ut Unum Sint parlando dell'importanza della dottrina afferma:"Non si tratta in questo contesto di modificare il deposito della fede, di cambiare il significato dei dogmi, di eliminare da essi delle parole essenziali, di adattare la verità ai gusti di un'epoca, di cancellare certi articoli del Credo con il falso pretesto che essi non sono più compresi oggi."Al p.to 46 della Veritas Splendor riferendosi alla società contemporanea parla di "gusto dell'osservazione empirica"
- Altre sono i riferimenti dei vari papi tutti rivolti al gusto inteso come piacere o propensione/piacere per una determinata cosa/attività. Curiosa per noi è l'enciclica Providentissimus Deus di Leone XIII nel quale parlando ai precettori (siamo infatti nel 1893) ammonisce di due inconvenienti "sia quello di coloro che appena possono gustare di passaggio qualcosa dei singoli libri (della Bibbia), sia quello di coloro che si fermano oltre il conveniente su una determinata parte di un libro solo." l'obiettivo infatti secondo il Santo Padre deve essere quello di permettere ai ragazzi di imparare ad apprezzare la Bibbia affinchè: "vi provino gusto in ogni momento della loro vita".
Vi è poi il motu proprio Porta Fidei di Benedetto XVI che ci fa un invito al p.to3: "Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51)."
"Gusto" è una parola che viene usata spesso da Papa Benedetto XVI che usava anche nei documenti che da cardinale ha emanato come prefetto della dottrina e della fede.
Per esempio, quando, parlando nella lettera ai vescovi sulla collaborazione dell'uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, egli afferma:"Sempre da Maria i discepoli di Cristo ricevono il senso e il gusto della lode".
O quando parlando in un documento "Sulla Meditazione Cristiana" (congregazione della Dottrina e della Fede), ancora cardinale suggeriva:
O quando parlando in un documento "Sulla Meditazione Cristiana" (congregazione della Dottrina e della Fede), ancora cardinale suggeriva:
"I metodi di meditazione sono tanti quanto i maestri spirituali. Ma un metodo non è che un mezzo, una guida; l’importante è avanzare, con lo Spirito Santo, sull’unica via della preghiera: Cristo Gesù. “Ogni fedele dovrà cercare e potrà trovare nella varietà e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di preghiera; ma tutte queste vie personali confluiscono, alla fine, in quella via al Padre, che Gesù Cristo ha detto di essere. Nella ricerca della propria via ognuno si lascerà quindi condurre non tanto dai suoi gusti personali quanto dallo Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre” (MC, 29).
Un passaggio per nulla banale di un papa dimenticato come Giovanni Paolo I ci rivela qualcosa di davvero bello su come Dio ci attiri a sè. "(...)Si chiedeva S. Agostino: ma, allora, la libertà umana? Dio, però, che ha voluto e costruito questa libertà, sa Lui come rispettarla, pur portando i cuori al punto da Lui inteso: « parum est voluntate, etiam voluptate traheris »; Dio non soltanto ti attira in modo che tu stesso voglia, ma perfino in modo che tu gusti di essere attirato. (...)"
Ed in un Angelus, quello del 17 settembre del 1978, parlando ai bambini dice amorevolmente "Agli alunni delle elementari vorrei ricordare il loro amico Pinocchio: non quello che un giorno marinò la scuola per andare a vedere i burattini; ma quell'altro, il Pinocchio che prese il gusto alla scuola, tanto che durante l'intero anno scolastico, ogni giorno, in classe, fu il primo ad entrare e l'ultimo ad uscire."
E Papa Francesco?
Quello che abbiamo visto gustare il matè in piazza S.Pietro, Colui che ci augura sempre "buona domenica e buon pranzo!" ?
Quello che abbiamo visto gustare il matè in piazza S.Pietro, Colui che ci augura sempre "buona domenica e buon pranzo!" ?
Ne parla in tutto 38 volte, di cui più della metà in discorsi ed omelie.
E' il primo pontefice a lasciarsi un intero documento basato sul gusto, è il cotidie (omelia del giorno) a S.Marta del 23 maggio 2013 "Quel sale che dà sapore" in cui si paragona il buon cristiano al sale che fa la sua funzione di insaporire ogni circostanza della vita a differenza di chi non lo fa.
E' il primo pontefice a lasciarsi un intero documento basato sul gusto, è il cotidie (omelia del giorno) a S.Marta del 23 maggio 2013 "Quel sale che dà sapore" in cui si paragona il buon cristiano al sale che fa la sua funzione di insaporire ogni circostanza della vita a differenza di chi non lo fa.
"Ma il sale ha anche un’altra particolarità: quando «si usa bene — ha puntualizzato Papa Francesco — non si sente il gusto del sale». Così «il sapore del sale» non altera il sapore delle cose; anzi «si sente il sapore di ogni pasto», che diventa più buono e più saporito. «E questa è l’originalità cristiana: quando noi annunziamo la fede, con questo sale», chi la riceve «la riceve ciascuno nella sua peculiarità, come i pasti».
Vi si trovano poi i vari utilizzi precedentemente accennati per gli altri pontefici ad ammonire sulla temporaneità dei gusti del consumismo del e del pensiero dominante (gusto del successo), sul non seguire i propri gusti ma nel far agire lo Spirito, sul gusto gioioso di seguire il Signore e assaporare i frutti da Lui promessi ("gustare la pace" come già diceva Paolo VI, gustare i frutti del matrimonio, gioia vera che si gusta nella famiglia. etc.) e poi non possono mancare riferimenti agli hobbies che piacciono tanto a papa Francesco.
Lo sport in particolare in cui tra i vari interventi afferma: "Vi auguro anche di sentire il gusto, la bellezza del gioco di squadra, che è molto importante per la vita" ( Incontro con partecipanti evento del CSI),
Esistono anche documenti delle varie commissioni cardinalizie e/o vescovili tra questi segnaliamo che la Pontificia Commissione Biblica ne parla nel documento "Bibbia e morale" quando, parlando della coppia, al punto 99 afferma:
" in termini di responsabilità personale, mutua, solidale: per esempio tocca a ognuno dei coniugi prendere sul serio il dovere di rinnovare costantemente il proprio impegno iniziale; ad ambedue di tenere conto della psicologia dell’altro, del suo ritmo, dei suoi gusti, del suo cammino spirituale (1Pt 3,1-2.7), "
Vi sono poi anche documenti e discorsi non ufficiali di importanti esponenti della curia, che cercano di spiegare alcuni aspetti assai complessi del mistero di Cristo e di quanto riguarda la teologia utilizzando un linguaggio comune e semplice.
Per esempio relativamente alla "Morte di Gesù" infatti si può riassumere il mistero dicendo che:
"La sottomissione di Cristo al Padre corrisponde a una precisa volontà di Dio di Dio, che "lo fece peccato in nostro favore" (2Cor 5,21; cfr. Gal 3,13), in modo che il castigo meritato dal peccato umano ricadesse su di lui. In questa maniera, morendo, Cristo toglie ogni potere al peccato (Rm 6,10): benché innocente, assume sino alla fine la condizione dei peccatori, "gustando la morte" come tutti i peccatori (Eb 2,8-9; cfr. 1Ts 4,14; Rm 8,34) e discendendo con essi "agli inferi". Ma recandosi così "dai morti", egli apportava la buona novella che la vita sarebbe stata loro restituita (1Pt 3,19; 4,6)."
PIERO MARINI, Maestro delle Celebrazioni, Liturgiche Pontificie
Vi sono poi affermazioni che non fanno parte del magistero ma che essendo dette da esperti che vengono consultati come eminenti personalità della materia, esprimono una posizione vicina alla Chiesa ed in certi casi possiamo dire ispiratrice dal punto di vista scientifico, a puro titolo di esempio risulta significativa la dichiarazione del professor Jérôme Lejeune, professore di genetica fondamentale, fatta il 23 aprile 1981 davanti a una speciale Commissione degli Stati Uniti, e riportata anche su organi di informazione; il professore conclude:
« | Accettare il fatto che dopo la fecondazione un nuovo essere umano è venuto ad esistere non è più una questione di gusto o di opinione. (..) Non è un'ipotesi metafisica, ma un'evidenza sperimentale. » | |
(Cit. in Lino Ciccone, 1988, p. 149)
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*1. il Papa che ha parlato di gusto di più è Giovanni Paolo II (456), seguono poi Paolo VI (292), Benedetto XVI (72), Pio XII (40), Francesco, la segreteria di Stato (38), Pontificio consiglio della Famiglia (24), Congregazione per l'Educazione Cattolica (18), Giovanni XXIII,Sinodo dei Vescovi (16), Ufficio Celebrazioni Liturgiche S.Pont. (15), Pont.Comitato per i Congressi Eucaristici Int., Pont. Consiglio Comunicazioni sociali (9), Pont.Commissione per i beni culturali della Chiesa (7), Giovanni Paolo I (6), Benedetto XV (5), altre
I documenti sono per lo più discorsi (484), udienze (151), omelie (130), angelus (89), lettere (40), esortazioni apostoliche (22), encicliche (21), messsaggi (18), lett. apostoliche (10), concilio vaticano II (6), cotidie (4), motu proprio (3)
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